Sulle strade di tutta la Toscana, bus e tramvia, quotidiani e social, dal 18 febbraio parte una campagna di informazione sul gioco d’azzardo patologico. Il messaggio sarà chiaro e asciutto: «Quando la vita è un gioco è in gioco la vita». La Campagna è stata presentata oggi dall’Assessore alla Sanità Stefania Saccardi ed è anche frutto del lavoro scaturito dall’Osservatorio regionale sul fenomeno della dipendenza da gioco, di cui sono Presidente.
Con il gioco d’azzardo – dice il messaggio – si rischia di perdere soldi, lavoro e di compromettere le relazioni familiari. Alla campagna sarà associato il numero verde 800 88 15 15, a cui rivolgersi gratuitamente. A rispondere, dal lunedì al venerdì (9.00-18.00), ci saranno psicologi-psicoterapeuti.
Abbinato alla campagna anche il Logo NO SLOT, che verrà dato a tutti gli esercizi pubblici che sceglieranno di non installare apparecchi e congegni per il gioco.
Purtroppo il Gioco d’azzardo patologico (Gap) è un fenomeno in crescita ed è una vera e propria dipendenza, anche se in assenza di sostanze. Sono infatti i Ser.d (Servizi per le dipendenze) a prendere in carico gli utenti con dipendenza patologica da gioco d’azzardo: 12.500 in tutta Italia, 1500 in Toscana. Una patologia in forte aumento: infatti in tutta Italia ben 400.000 persone sono giudicate «a rischio severo» di dipendenza.
La Toscana è stata tra le prime regioni a cercare di dare una risposta a questo fenomeno: con la Legge regionale del 2013 e poi, nel luglio 2018, con il Piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo, che si propone di rimuovere le cause sociali e culturali che possono favorire questa dipendenza.
«Anche i toscani giocano d’azzardo e disperdono così non solo risorse economiche, ma anche sociali e di relazione. Le generazioni più giovani stanno migliorando, ed è questo che ci spinge a fare comunicazine e prevenzione, strumenti imprescindibili per far capire che il gioco non è una soluzione a nessun problema e che può diventare una dipendenza. Soprattutto è importante far capire che al gioco è molto più facile perdere che vincere».
«C’è poi la questione del gioco online, nel chiuso delle proprie case, e una corretta informazione può riuscire a raggiungere anche questi giocatori nascosti. Infine è sicuramente compito di una pubblica amministrazione fare corretta informazione, anche di fronte ai messaggi fuorvianti che arrivano dalle Tv, con spot che vedono protagonisti personaggi « belli e famosi », che inducono al gioco attraverso un perverso meccanismo di identficazione».