Dal presidio davanti alla “fabbrica dei marroni” di #Marradi il canto dell’ “azzurro fiume” che si snoda nella “valle canora” messo in versi da Dino Campana non si sente.
Si sente invece la preoccupazione e la determinazione per difendere la fabbrica dalla delocalizzazione, qui dove da giorni le lavoratrici (sono quasi tutte donne) e i lavoratori si danno il turno giorno e notte, dormendo nel camper dietro la tenda. E’ la lotta di chi, dopo tanti anni passati a fare la stagione in fabbrica, per produrre marron glacé da esportare in tutto il mondo, vede all’improvviso a rischio il proprio lavoro.
Oggi insieme al sindaco Tommaso Triberti, al consigliere comunale di Sinistra civica ecologista Marradi Rudi Frassineti, a Maurizio Brotini e Mirko Lami della CgilToscana, alla CIA Firenze e Prato che ha portato al presidio anche prodotti alimentari, siamo stati da loro per dire che non sono sole in questa battaglia, su cui è necessario mantenere alta l’attenzione, non solo a livello locale.
Non difendono solamente il posto di lavoro ma un’intera comunità, che è al loro fianco per proteggere la fabbrica e una filiera agroalimentare di eccellenza internazionale, che vede nei marroni di Marradi anche la storia e la tradizione di questa bellissima terra dell’alto #Mugello a un passo dalla Romagna.
Proprio in queste ore si sta svolgendo una nuova riunione del tavolo di crisi regionale. Le istituzioni e le organizzazioni sindacali hanno chiesto rispetto e responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e del territorio. La chiusura della fabbrica, che avrebbe pesanti ripercussioni sociali ed economiche, deve essere scongiurata e allo stesso tempo devono esserci prospettive chiare per il futuro di questa produzione d’eccellenza.