E’ stata approvata oggi in Commissione sanità e politiche sociali la proposta di legge regionale per la “Tutela dei bisogni essenziali della persona umana”, nota come legge sui diritti fondamentali, che arriverà in aula nella prossima seduta del Consiglio regionale.
Passaggi che ho più volte sollecitato, insieme alle voci del Terzo settore, del volontariato, delle diverse forze sociali e confessioni religiose. La legge cerca infatti di rimediare a livello locale ai disastri già in atto prodotti dal Decreto Salvini in materia di accoglienza a profughi e migranti. Il Decreto, come è noto, non riconosce più l’accoglienza per motivi umanitari, facendo così sprofondare donne, uomini e minori nell’irregolarità e privandoli dei servizi di cura, salute, assistenza, istruzione. La legge toscana ribadisce invece che queste sono prestazioni necessarie a garantire il rispetto dei diritti fondamentali, riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione e alle norme internazionali.
La nuova legge regionale permetterà, inoltre, di mantenere quel sistema di accoglienza diffusa che in questi anni in Toscana ha garantito servizi e progetti di inclusione sociale e formazione. Perché, va detto con forza, accoglienza e integrazione si possono e si devono fare bene, ci sono tante cooperative e organizzazioni che lavorano con questo scopo, che ottengono ottimi risultati e che vedono impegnati tanti giovani, creando anche lavoro e opportunità, con l’obiettivo di garantire a tutti un sistema di diritti e doveri. Questa è la vera posta in gioco: sui diritti non si deroga, non importa la provenienza o il colore della pelle. Chiedere il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti non significa togliere diritti a chi migrante non è, ma al contrario fare una battaglia per i diritti di tutti. Cura, salute, istruzione, assistenza: si pensa davvero che negando tutto ciò agli stranieri miglioreranno le prestazioni per gli italiani? O non è forse vero che su questi aspetti i tagli vanno avanti da anni e che occorre lottare per garantire servizi adeguati? Additare tutte le colpe a un capro espiatorio è qualcosa che abbiamo già visto nella storia e l’esperienza è stata drammatica. Sostenere chi fugge da guerre, fame, disastri ambientali non è assistenzialismo, ma la risposta a un diritto fondamentale.
La legge che oggi abbiamo approvato in commissione serve ad evitare l’abbandono e l’emarginazione di chi, anche straniero, dimora in Toscana ed è privo di mezzi di sostentamento. Nessuno in Toscana deve restare solo. E’ l’occasione per rimettere al centro i diritti di tutti e sostenere un progetto di società civile. Altrimenti vinceranno barbarie e disumanità.