La situazione della Bekaert di Figline Valdarno è sempre più preoccupante, perché oltre all’impegno di Comune e Regione non sappiamo quali siano le effettive intenzioni dell’esecutivo nazionale, se prevede o meno di accogliere e difendere, di fronte alla multinazionale belga, le richieste del sindacato; ovvero il ritiro della procedura di licenziamento e il ripristino della cig straordinaria che permetterebbe di avviare un percorso di reindustrializzazione del sito in tempi congrui. Voglio esprimere tutta la mia vicinanza ai lavoratori, tutto il sostegno alle mobilitazioni che, insieme al sindacato, vorranno portare avanti per contrastare la scelta scellerata della proprietà di licenziare, il 4 settembre prossimo, 318 lavoratori, mettendo fine a una storica realtà produttiva del territorio. Dispiace constatare che oltre ai dirigenti belgi, ieri, al tavolo presso il Mise, ancora una volta mancava il ministro del lavoro Luigi Di Maio. Quella della Bekaert è una vertenza che sta facendo discutere in tutto il Paese: francamente rimane difficile comprendere le ragioni che hanno portato il ministro competente a disertare l’incontro in materia per più volte consecutivamente. Alla faccia del ‘prima gli italiani’ che tanto vanno sventolando i ministri del Governo gialloverde. Alla faccia della lotta alle delocalizzazioni. Se questa timida opposizione alle volontà dell’azienda e questo non pervenuto sostegno all’azione dei sindacati, rappresenta l’atteggiamento che il Governo intende adottare per difendere l’occupazione nel nostro Paese, allora le multinazionali si faranno ben pochi scrupoli a ripetere l’ingiustizia che sta segnando lo stabilimento di Figline V.no – che, ricordo, la proprietà vuole chiudere non per mancanza di ordini ma per spostarsi dove il lavoro costa meno, e questo dopo aver mandato gli operai valdarnesi in giro per il mondo a insegnare come si fabbrica lo steel cord. Al Governo era stato anche chiesto di chiamare in causa la Pirelli per gli accordi sulle commesse stipulati al momento del passaggio di proprietà. Anche questa richiesta è caduta nel vuoto.Il 5 agosto lo stabilimento chiuderà per il periodo estivo. Auspico che la comunità, le istituzioni, il mondo della politica non facciano venire meno il proprio sostegno e la propria vicinanza ai lavoratori che continueranno a presidiare la fabbrica e a difendere questa realtà produttiva.