Sul cotto fiorentino e toscano ho presentato nei mesi scorsi due mozioni, poi approvate dal Consiglio regionale, in riferimento alle ultime crisi aziendali del settore.
Oltre a questo a febbraio, insieme alle organizzazioni sindacali di categoria, abbiamo chiesto all’assessore regionale Stefano Ciuoffo di attivare un tavolo di confronto per affrontarne la crisi – che nell’ultimo decennio ha falcidiato imprese e marchi storici e decimato i posti di lavoro – e mettere in campo azioni per il rilancio.
Purtroppo, dopo una prima e positiva riunione, non ho avuto notizie rispetto ad ulteriori sviluppi, che invece sono quanto mai necessari.
Anche per questo accolgo positivamente l’iniziativa di Fillea Cgil Firenze che ha annunciato (https://bit.ly/2FbX2Uw) l’avvio di una campagna dedicata ad affrontare radicalmente la crisi del cotto e a riaprirne le prospettive per il futuro, a partire da un rinnovato confronto e sinergia tra le aziende, le istituzioni e il territorio.
Da parte mia torno anche a rilanciare la proposta, stralciata alcune settimane fa dalla nuova legge regionale in materia di qualità degli appalti pubblici, di inserire criteri premianti a favore dell’utilizzo di materiali provenienti da filiera corta, produzioni locali e regionali.
Una misura che sarebbe un piccolo ma concreto passo in avanti e che deve soprattutto incrociarsi con azioni progettuali, di attrazione di investimenti, per incentivare la ricerca e lo sviluppo del prodotto, per valorizzare un patrimonio di conoscenza, per favorire la creazione di reti e filiere del cotto toscano.
Un percorso nel quale la Regione Toscana è chiamata a mettere in campo tutte le azioni di propria competenza