Ambientalismo e sviluppo non sono più contrapposti; la rigenerazione degli ecosistemi e lo sviluppo economico sono da considerare in modo sinergico. Ma per tenere insieme industria e sostenibilità è necessario un salto culturale. Lo sviluppo sostenibile infatti non si traduce solo in un mutato rapporto uomo-ambiente e nell’innovazione tecnologica, ma in un radicale cambio di mentalità che si basa su un’assunzione di responsabilità collettiva ed individuale affinché le scelte strategiche non avvengano solo in funzione del profitto, ma si dirigano verso la costruzione di un sistema produttivo coerente in grado di mettere in moto un’economia realmente rigenerativa. L’economia circolare è ormai divenuta una frontiera in tal senso, ha iniziato a compiere i primi passi, ma la strada è ancora molto lunga per gli interessi che tendono a conservare modalità produttive tradizionali. A livello regionale si possono però assumere fin da subito iniziative che diano un segnale importante sulla direzione in cui devono andare investimenti e nuovi progetti:
Incentivi alle imprese con produzioni riciclabili, affinché nel trasferimento di risorse pubbliche di qualsiasi origine alle imprese, possano essere premiate le produzioni riciclabili, sulla base di specifici e verificabili protocolli e che tali produzioni siano attuate rispettando certe condizioni (ad es. rifiuto della discriminazione salariale a parità di mansione uomo-donna), oltre che siano attuati i protocolli di sicurezza.
Servono incentivi e finanziamenti volti a favorire lo sviluppo, l’introduzione e la riconversione ecologica dell’economia, anche attraverso nuove tecnologie a basso impatto ambientale, che consentano la realizzazione di una industria al servizio dell’economia circolare, il contenimento delle emissioni nocive, tutelino la salute della popolazione e coinvolgano un impiego crescente di risorse rinnovabili, sostituendo progressivamente le fonti
fossili o derivate da esse. Sono necessarie ed urgenti bonifiche e ripristini ambientali di aree compromesse anche da parte dei privati, a partire da quelle SIN/SIR, al fine di riconvertirle per nuovi usi industriali nel rispetto delle migliori pratiche. Servono incentivi e finanziamenti per produrre energia da fonti rinnovabili (sole, vento, onde).
Incentivi per il Green Procurement. Occorre legare l’erogazione di finanziamenti regionali alle amministrazioni pubbliche, all’attuazione dei protocolli inerenti il Green Procurement, ovvero l’uso appropriato di materiali riciclati nell’ambito di attività nell’esercizio pubblico.
Riduzione e riciclo dei rifiuti Quando parliamo di economia circolare, poniamo al centro dell’attenzione la “materia”ed il suo utilizzo massimo, così come ci poniamo il problema della riduzione del consumo delle risorse naturali. In altre parole aderiamo all’idea di tendere ai Rifiuti Zero, consapevoli del fatto che tutti i giorni vengono prodotti rifiuti di vario genere e quindi occorrono impianti che trattino e smaltiscano tali rifiuti e lo facciano dando assoluta priorità al recupero ed al riciclo nel rispetto migliore possibile per l’ambiente.
Quindi, innanzitutto, saranno fondamentali politiche che spingano verso una riduzione progressiva della quantità di rifiuti prodotti e la realizzazione di percorsi virtuosi finalizzati all’ottimizzazione del servizio di raccolta (con l’introduzione il prima possibile della tariffa puntuale in tutti i comuni) e poi al recupero/riciclo effettivo dei materiali , che sarà resa possibile solo investendo su una moderna ed efficiente rete impiantistica. La riduzione dei rifiuti deve coinvolgere sia il settore urbano, permettendo alla popolazione di accedere a prodotti con minor packaging e quindi minor produzione di plastiche e consumo di materia, che industriale, responsabile della produzione di oltre 6 volte i rifiuti urbani. Anche per i rifiuti liquidi, come gli olii usati, occorre mettere a punto un più adeguato e capillare sistema di raccolta in tutti i centri urbani
Inoltre, la gestione dei rifiuti deve essere programmata a livello di area vasta o regionale. La Regione Toscana dovrà adeguare e rivedere la pianificazione Regionale dello smaltimento rifiuti. Tale pianificazione dovrà tener conto di tutte le frazioni dei rifiuti, comprese quelle più critiche, a partire dai rifiuti urbani fino ai rifiuti speciali. Le procedure autorizzative della Regione Toscana già oggi impongono la riduzione degli impatti per ogni soluzione di nuovi impianti in siti già colpiti da effetti negativi sull’ambiente e sulla salute pubblica. Questo deve essere ulteriormente sostenuto da una forte volontà politica di garantire la sostenibilità di qualsiasi scelta, e tali scelte vanno correttamente comunicate e condivise con i territori. Inoltre, i dati gestionali vanno tempestivamente comunicati ed elaborati a livello regionale per essere divulgati nei territori stessi. La trasparenza e la tempestività della diffusione dei dati è fondamentale per una corretta gestione locale dei rapporti fra cittadini, aziende ed amministrazioni.
L’economia circolare prevede il recupero di materia e di energia ed un’analisi dei bilanci ambientali e sanitari che tenga conto non solo di specificità locali ma anche dell’equilibrio dei territori
in una visione più ampia che analizzi sempre tutti gli impatti. Nella valutazione dei siti relativi all’impiantistica, occorre evitare che impianti a rischio elevato siano in prossimità di zone densamente abitate, anche se classificate come zone industriali. In particolare, le comunità locali devono essere messe nelle condizioni di valutare i progetti industriali in modo approfondito, e il loro sviluppo dovrà partire innanzitutto dai bisogni del territorio. Inoltre, ogni progetto dovrà garantire un chiaro miglioramento delle condizioni ambientali dell’area su cui impatta.
La soluzione è quella di sviluppare una politica industriale sui rifiuti della Toscana che guardi, nel medio e lungo periodo, al massimo reimpiego di materia ed energia, sviluppando piattaforme ed impianti capaci di non far entrare la materia nel ciclo dei rifiuti e di recuperarla. Occorre pensare fin da subito ad evitare qualsiasi tipo di emergenza rifiuti, investendo quanto prima nella nuova impiantistica che consenta di traghettare la nostra
regione verso soluzioni sostenibili.
Bonifica dei siti d’interesse nazionale (SIN) Sono ormai indifferibili i lavori di bonifica dei nostri siti industriali inquinati: Orbetello, Piombino, Livorno e Massa Carrara. Oltre a proseguire l’impegno fino ad oggi portato avanti dalla Regione nell’assicurare la messa a disposizione delle risorse necessarie da parte del Governo, occorre dare trasparenza alle attività di bonifica, informando costantemente i cittadini sullo stato dell’arte attraverso la realizzazione di un sito web dedicato e la convocazione periodica di tavoli alla presenza dei tecnici e dei rappresentanti dei cittadini, per un resoconto sugli esiti delle azioni intraprese, con riferimento ai riepiloghi delle spese affrontate, assumendosi l’impegno anche a realizzare delle stime sulle percentuali di successo delle bonifiche che dovranno anch’esse essere condivise con la cittadinanza.