Gioco d’azzardo, in Commissione Sanità via libera alla nuova legge: “Proposta rafforza filiera di contrasto alle dipendenze”

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Approvata in Commissione sanità del Consiglio regionale la nuova legge su contrasto e prevenzione al gioco d’azzardo; la normativa andrà a modificare la legge 57/2013. Serena Spinelli, capogruppo Articolo Uno Mdp e presidente dell’Osservatorio regionale sul fenomeno delle dipendenze da gioco, è la prima firmataria della proposta

 

La Toscana rafforza l’azione di contrasto al gioco d’azzardo patologico puntando sulla formazione dei gestori e degli operatori dei centri scommesse, su un maggiore coinvolgimento dei sindaci e inserendo bancomat e compro oro tra i luoghi sensibili da cui gli esercizi con giochi che prevedono vincite in denaro devono mantenere una distanza minima di 500 metri. La proposta di legge oggi in discussione in Commissione sanità è un ulteriore passo avanti della Toscana nella gestione di una materia così complessa, come la disciplina del gioco pubblico, che tocca diversi settori e competenze. Ricordo che la nostra regione, nel 2013, è stata tra le prime ad approvare una normativa in materia. Con questa proposta di legge cerchiamo di rendere ancora più efficace l’intervento della Regione Toscana, dei Comuni, delle Ausl, della associazioni coinvolte nell’azione volta a limitare la diffusione del gioco d’azzardo. Si tratta di un lavoro importante, portato avanti all’interno dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco che presiedo, insieme ad Anci Toscana, alle associazioni del terzo settore, agli operatori sanitari, alle associazioni che nei territori sono impegnate in azioni di contrasto. Siamo partiti da una modifica dell’oggetto che andiamo a trattare, non più ludopatia, ma ‘disturbo da gioco’, ovvero la patologia che caratterizza i soggetti affetti da dipendenza da gioco con vincita in denaro. Il gioco d’azzardo è una piaga sociale che nei nostri territori, così come nel resto del Paese, raggiunge numeri impressionanti. In Toscana i giocatori ‘segnalati’ sono circa 20.000, a livello nazionale arriviamo a 1 milione; 2,5 milioni le persone collocate nella zona grigia.  Lavoriamo per coinvolgere e allargare la filiera attiva nell’azione di contrasto e prevenzione.

 

 

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