In Consiglio regionale la mozione urgente in merito ai licenziamenti della Sannini Impruneta Cotto Spa.
“Bene l’apertura dell’azienda su ricollocazione e sostegno al reddito. Ma la crisi del cotto ha bisogno di un piano strategico condiviso”
Siamo di fronte a un duro colpo per la comunità chiantigiana e a un’altra grave perdita nel quadro dell’imprenditoria locale del settore del cotto fiorentino, che dal 2012 al 2016 ha perso oltre 200 occupati. Nonostante i tentativi fatti, anche in sede istituzionale, per trovare alternative ai licenziamenti e soggetti esterni interessati al proseguimento dell’attività, l’azienda Sannini Spa, fondata nel 1910 e da qualche mese posta in liquidazione per cessazione dell’attività, ha annunciato l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo per tutti i 40 dipendenti, a quali va la massima solidarietà e vicinanza.
In Regione si è svolto un incontro con le rappresentanze sindacali e il liquidatore dell’azienda, che ha manifestato la disponibilità a venire incontro alle richieste delle rappresentanze sindacali, che come Articolo Uno – Mdp sosteniamo, riguardo a soluzioni di sostegno al reddito e per la ricollocazione dei lavoratori. Da parte della Regione Toscana c’è l’impegno ad organizzare a breve un nuovo incontro tra le parti per valutare le proposte che l’azienda si è impegnata a formalizzare nei prossimi giorni.
Le crisi del settore del cotto richiede una riflessione in prospettiva futura per il rilancio dell’intero comparto. Per questo, con la mozione che ho presentato, oltre all’impegno a favorire il proseguimento del confronto tra le rappresentanze sindacali e l’azienda riguardo al percorso di liquidazione volontaria, chiedo alla Giunta regionale di farsi promotrice di un’azione condivisa per il rilancio del settore del cotto, anche coinvolgendo in azioni di rete l’imprenditoria e la cooperazione locale, in parallelo con la ricerca di soggetti e capitali esterni, per la definizione di un progetto d’insieme e di soluzioni strategiche. Solo così si potrà evitare, oltre che ulteriori ripercussioni occupazionali, la dispersione del patrimonio di tradizione e di competenze, elementi su cui invece l’imprenditoria locale deve riuscire a far leva per uscire dalla crisi, come quelli rappresentati dall’attività manifatturiera del cotto chiantigiano e fiorentino.