Insieme alla consigliera regionale Pd, Alessandra Nardini, abbiamo presentato una mozione “In merito alle disposizioni del Comune di Lodi rivolte ai cittadini extracomunitari per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, tra cui servizio mensa per bambini”.
Il caso della mensa scolastica del Comune di Lodi, non solo è grave ma rischia di non essere isolato. È, infatti, con amarezza che constatiamo come da altre amministrazioni locali, anche nella nostra regione, senza fare nomi pensiamo alla sindaca di Cascina, sia arrivato un plauso per le restrizioni che il regolamento del Comune lombardo ha introdotto verso i cittadini extracomunitari per poter accedere a interventi e prestazioni dei servizi sociali, educativi e scolastici. Per questo, chiediamo alla Giunta regionale di farsi portavoce nei confronti di Anci dell’appello lanciato dai Sindaci dei Comuni che compongono la Città Metropolitana di Firenze, in difesa dei diritti dei bambini riconosciuti a livello costituzionale (art.3 e 34) e nelle Convenzioni internazionali, e di mettere in atto ogni iniziativa di sensibilizzazione utile sul tema.
La vicenda della mensa di Lodi ha fatto il giro del Paese: su 318 famiglie richiedenti l’agevolazione risulta che solo cinque siano riuscite ad ottenere la certificazione richiesta dal Paese di origine. Un’impresa, come possiamo immaginare, complicata se si pensa a Paesi come il Mali, il Senegal. Tutto questo quando il modello Isee comprende già oltre al reddito di ciascun componente del nucleo familiare, quelli di attività svolte all’estero o da immobili ubicati all’estero. Dunque, la richiesta di una certificazione aggiuntiva per i cittadini extracomunitari rappresenta in toto una discriminazione, specie se gli effetti ricadono sui più piccoli, sul mondo della scuola, luogo di socializzazione e integrazione per eccellenza. Ricordiamo che diversi sindaci della nostra regione hanno preso posizione in difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione: la lettera del Sindaco di Stazzema e l’appello di diversi sindaci rivolto ad Anci per aprire un confronto tra gli amministratori proprio sul tema dell’accesso ai servizi e sui diversi regolamenti comunali. In questo percorso crediamo che anche la Regione Toscana possa portare un contributo e una spinta propulsiva importanti, affinché l’accesso ai servizi pubblici non diventi un terreno di scontro e discriminazione per nessuno e in nessun luogo.