Il Covid-19 e le recenti crisi climatiche ci hanno messo di fronte una delle conseguenze catastrofiche dell’eccessivo sfruttamento degli ecosistemi: evidenze crescenti suggeriscono che le malattie epidemiche diventano più frequenti man mano che il clima continua a cambiare e che la distruzione degli ecosistemi può favorire il passaggio di agenti patogeni da specie a specie. Occorre ripartire da questa nuova consapevolezza: la salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema è diventata la priorità assoluta. La tutela delle biodiversità, la depurazione delle acque, la salvaguardia del paesaggio, l’energia rinnovabile, sono i grandi temi che devono guidare futuri progetti di rigenerazione per la tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale dei diversi territori, partendo dal coinvolgimento delle comunità locali.
Ricordiamo la necessità di ridurre l’impatto negativo per l’uomo e l’ambiente in aree altamente inquinate per la presenza di impianti industriali, traffico stradale e portuale, trasporto merci su gomma. La fragilità idrogeologica, particolarmente grave lungo le nostre coste, è elevata anche a livello regionale (franosità, allagamenti, inondazioni). Serve una nuova politica contro i fenomeni di inquinamento del mare che si manifestano con il peggioramento delle acque di balneazione o la regressione delle piante marine, sorgente insostituibile di ossigeno e baluardo all’erosione costiera.
Infine, vogliamo ricordare la carenza di fonti idriche adeguate in termini qualitativi e quantitativi a sostenere i diversi settori dall’industriale a quello agricolo tenendo conto dell’impatto della ricettività turistica che amplia il problema della risorsa nei periodi di minor disponibilità anche alla luce dei pesanti cambiamenti climatici in corso.
Rivoluzione energetica
La Toscana punta ad essere una regione carbon-free al 2050. L’obiettivo è quello di essere autosufficienti nella produzione di energie rinnovabili nel giro di trent’anni così da essere completamente indipendenti dalle fonti fossili. Il tema principale è quello che tende a rafforzare l’elettricità come fonte sostitutiva anche dei carburanti e del termico, a partire dalla mobilità elettrica. La Toscana è favorita in questo processo perché ha la geotermia, una fonte rinnovabile collocata nel sottosuolo che costituisce una risorsa strategica per il nostro Paese; ma anche questa fonte energetica presenta criticità che devono essere affrontate e risolte con impianti tecnologici adeguati e combattendo l’eccessivo sfruttamento, favorendo il dialogo con i territori e le popolazioni delle aree geotermiche.
Una vera rivoluzione energetica però, si nutre di un mix intelligente di soluzioni. Progettualità e soluzioni che debbono farsi forti del consenso informato e della partecipazione delle comunità locali. Con l’esclusione delle aree preventivamente definite non idonee dalla Regione, ogni territorio, con il coinvolgimento delle comunità e la partecipazione dei cittadini, dovrà prendersi la responsabilità di accogliere gli impianti per la produzione di energia rinnovabile più consoni alle sue caratteristiche (solare termico, fotovoltaico, eolico, biomasse, correnti marine, geotermia a bassa e media entalpia con recupero del calore). Per avviare la graduale fase di transizione ad un nuovo sistema energetico, la metodologia da seguire è quella di procedere insieme in modo integrato e contestuale con le diverse azioni necessarie, ovvero:
- sviluppare e sostenere la ricerca tecnologica su tutte le tipologie di fonti rinnovabili;
- promuovere un trasferimento tecnologico efficace per sviluppare sui diversi territori della Regione una filiera industriale di produzione e commercializzazione delle tecnologie innovative;
- coordinare un’azione efficace di formazione;
- sviluppare una grande campagna formativa ed informativa a livello territoriale, coinvolgendo i comuni toscani, per metterli a conoscenza dei diversi sistemi di incentivi economici esistenti a livello nazionale e regionale.
È necessario attivare un sistema incentivante e disincentivante per spingere i diversi comuni che ancora non l’hanno fatto, (e sono la maggioranza), ad adeguare i loro regolamenti edilizi per recepire le direttive e le normative regionali in materia di ecoefficienza degli edifici e per facilitare le installazioni di impianti di energie rinnovabili.
Il verde urbano costituisce in questo un elemento strategico fondamentale anche alla lotta ai consumi. Le città sono ormai luoghi in cui le temperature raggiungono picchi elevatissimi, a volte di oltre 5 gradi in più rispetto alle aree non urbanizzate. Questo a causa della concentrazione di attività umane ed industriali ma anche dell’eccessivo uso di impianti di condizionamento. Lo sviluppo del verde urbano come politica di approccio al problema climatico, permetterebbe di ridurre non solo l’irraggiamento nelle città ma anche migliorare la qualità dell’aria.
Il verde urbano per essere incentivato ha però bisogno di fonti rinnovabili di acqua: il riutilizzo delle acque urbane per l’irrigazione del verde non solo fa parte di una delle azioni più efficaci dell’economia circolare, ma è una delle poche azioni che determinano immediato miglioramento della qualità della vita dei cittadini, innescando un circolo virtuoso che riduce anche i consumi energetici.
Sarà quindi necessario ripensare e riprogettare le nostre città in funzione di una coerente pianificazione e posa in dimora di piantumazioni in una logica di assorbimento degli agenti inquinanti ed anche di contenimento (barriere) rispetto ad alcune funzioni che spesso si collocano in determinate are delle città ( aree logistiche e industriali perifieriche). Sarà importante coordinare interventi di verde urbano nelle città sia in termini di scelta delle piantumazioni, sia nell’ottica di creare difendere e promuovere grandi polmoni verdi.
I comuni dovranno prevedere l’adeguamento dei propri piani del verde urbano in cooperazione con la Regione Toscana al fine di implementare su tutto il territorio un grande“Piano Verde delle Città”.
Utilizzo dei fondi strutturali europei per la riqualificazione energetica e ambientale delle imprese, accompagnato da un’azione di sostegno alla formazione affinché le imprese toscane progettino interventi qualificati.