“Insieme ai lavoratori chiediamo rispetto degli impegni presi”.
La Regione Toscana faccia ogni sforzo per mantenere aperti e operativi i tavoli di confronto con le proprietà delle aziende Sims e Istituto de Angeli, le organizzazioni sindacali e le istituzionali locali.
Siamo di fronte a due crisi di matrice diversa, in cui i lavoratori chiedono giustamente chiarezza e rispetto degli impegni presi. Sollecitiamo la Regione, che ha già svolto un ruolo importante in queste vicende, ed enti locali a continuare con l’impegno fin qui dimostrato affinché le scelte incomprensibili delle due proprietà – cosiddetti piani di riorganizzazione e progetti non mantenuti – non si riversino su centinaia di lavoratori e sulle rispettive famiglie. A tutti loro esprimo la mia totale solidarietà e vicinanza.
Gli obiettivi sono due: per quanto riguarda la SIMS salvaguardare l’occupazione, scongiurando i 35 esuberi annunciati attraverso la riduzione dei comparti di ricerca e sviluppo; per l’Istituto De Angeli, invece, si tratta di ottenere la conferma e la conseguente realizzazione degli incarichi presi sullo stabilimento. Ricordo che Fareva, multinazionale francese proprietaria dell’Istituto De Angeli, aveva addirittura presentato la possibilità di produrre nel sito valdarnese nuovi farmaci. Nello stabilimento lavorano 290 dipendenti, la nostra preoccupazione è che si possa aprire uno scenario molto preoccupante.
La nostra regione è il terzo polo del farmaco a livello nazionale con dati sull’esportazione col segno più; un fatto che rafforza la volontà di giungere a un esito positivo per le due situazioni. Lo scorso 7 febbraio, al cinema Teatro Excelsior di di Reggello, si è tenuta un’assemblea pubblica, convocata dalle Rsu, sul futuro della Sims e dell’Istituto De Angeli. Un appuntamento al quale ho partecipato, che è servito a rimarcare quanto è necessario l’apporto delle istituzioni nella battaglia che i lavoratori e le parti sociali stanno portando avanti.
L’impegno che come istituzioni regionali possiamo mettere in atto può rivelarsi fondamentale, così come è accaduto per altre realtà del nostro territorio. Serve stringere sulla proprietà, riportare le imprese ai tavoli e chiedere con maggiore chiarezza quali sono le prospettive in cantiere.
Ma più di ogni altra cosa, per queste due situazioni e per altre analoghe, è urgente un intervento di politica economica nazionale: che reclami maggiori garanzie alle multinazionali che si insediano nei territori e che possono usufruire di competenze difficilmente paragonabili, come nel caso dei due siti in provincia di Firenze.