Quello delle sponsorizzazioni da parte di società operanti nel gioco d’azzardo e nelle scommesse, nel mondo del calcio e dello sport in generale, non è una novità. E’ un fenomeno diffuso e cresciuto in parallelo con il potere economico del settore.
Sono decine le squadre che hanno sponsor di questo tipo. Soltanto per fare un esempio al volo, restando nel calcio, Bwin negli anni ha sponsorizzato Milan, Juventus e Real Madrid. E gli esempi potrebbero essere molti altri.
Certo che se a farlo non è una società sportiva ma la Nazionale Italiana di Calcio, la cosa è molto più stridente e inopportuna. E in tal senso sarebbe invece opportuno un regolamento federale più stringente.
Ma quello che dobbiamo fare è soprattutto una battaglia contro l’inganno della vincita facile, e a favore del gioco consapevole e responsabile, che si svolga in luoghi precisi e limitati, in maniera sicura e controllata e il più possibile lontano dai nostri bar, circoli, negozi e dai luoghi “sensibili”.
Proprio pochi giorni abbiamo presentato una mozione per sollecitare l’approvazione di alcune proposte di legge parlamentari che prevedono il divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo, così come avviene per il tabacco.
Una proposta sostenuta anche da Mettiamoci in gioco e recentemente rilanciata anche dai Giovani Democratici Toscana.
Il gioco d’azzardo, infatti, è una pratica a rischio alla base di una malattia. E pubblicizzarlo rischia di vanificare i tanti sforzi messi in campo, da parte delle istituzioni, dalla sanità pubblica, dalle associazioni e dagli amministratori locali per contrastare il gioco d’azzardo patologico.
E poi, che il gioco d’azzardo sponsorizzi lo sport mi pare una grande contraddizione. Non c’è niente di più distante tra lo sport e il gioco d’azzardo: perché da una parte c’è l’abilità, l’impegno, il benessere, l’aggregazione, dall’altra solo il caso, il rischio di rovinarsi, l’alienazione e la malattia.